martedì 1 marzo 2016

Il DFS intervista Yupa, traduttore di ONE PIECE per Star Comics

martedì 1 marzo 2016
Salve ragazzi! :D
Oggi vi portiamo un'altra intervista, ma stavolta non è di Oda, bensì del traduttore di ONE PIECE per l'edizione italiana di Star Comics. Yupa lavora al nostro manga preferito (e tutte le opere ad essa collegate, dagli spin-off ai databook) dall'ormai "lontano" volume 61, offrendoci un lavoro professionale, coerente e fedele all'originale.
Vista la sua tendenza a discutere del suo lavoro tramite il suo blog, abbiamo pensato di proporgli un'intervista su ONE PIECE e sul tradurre manga in generale, richiesta generosamente accolta da Yupa.

1) Traduci "ONE PIECE" da diversi anni ormai, ti sei occupato di 18 volumi finora.
Come giudichi questa esperienza? Si tratta di un lavoro stimolante, anche considerando che è uno dei manga più venduti in Italia e nel mondo, oppure è per te un lavoro come un altro?


Cerco di considerarlo un lavoro come tutti gli altri, nel senso che lo stesso impegno che metto in ONE PIECE (che è tanto) cerco di metterlo anche negli altri lavori. Ovvero, cerco di non farmi influenzare dalla fama e dalle esigenze del pubblico. Ogni fumetto, anche se ha un pubblico molto ristretto, credo meriti la stessa qualità di impegno. In altri termini, quando lavoro cerco di farlo rispettando il fumetto in quanto tale e non l'eventuale pubblico che ha.


2) Ti piace "ONE PIECE"? Se sì o se no, perché? Cosa ti è piaciuto e cosa non ti è piaciuto di "ONE PIECE"? Oltre a questo, ti sei mai trovato a tradurre opere che non ti piacevano? Come giudichi quelle esperienze?

Dunque... premessa doverosa: personalmente non ho mai apprezzato troppo i fumetti di botte. Forse è un mio limite: non riesco a capirli. So che c'è una parte di pubblico di OP che apprezza e aspetta soprattutto ciò: le botte, i combattimenti. Io di OP invece apprezzo i momenti in cui la sua trama intricata riesce a dipanarsi, quindi apprezzo maggiormente i famosi flashback, in cui c'è più storia e meno o quasi niente pestaggi. OP, rispetto ad altri fumetti picchierecci, dalla sua ha propria la presenza di una trama articolata e ben concepita sin dall'inizio. D'altra parte, al di sopra di questa trama, sconta una schematicità tipica dei fumetti di combattimento, ovvero la famigerata ripetizione dello stesso schema di isola in isola, col confronto coi cattivi, la loro sconfitta, i power up e, appunto, tante botte... questo schematicità la sento spesso attaccare da chi OP non lo apprezza, forse non a torto. Oltre a questo, di OP apprezzo la fantasia dell'autore e i tocchi di surrealismo con cui tinge il suo Mondo, surrealismo che mi sembra stia avendo spazio soprattutto nei volumi più recenti, con mio piacere.
Venendo alle altre domande, mi sono trovato spesso a tradurre titoli che non apprezzo, ma qui va fatta una differenza: ci sono fumetti belli (o brutti) da leggere e fumetti belli (o brutti) da tradurre. Questi ultimi non sono necessariamente quelli facili. Ad esempio un fumetto come Chopperman, sempre per rimanere vicini a OP, è semplicissimo da tradurre, ma non lo direi un bel fumetto da tradurre. La differenza la fa la chiarezza con cui l'autore scrive i dialoghi. Chiarezza che è cosa diversa dalla semplicità. Su questo punto sospetto che la differenza sia dovuta a un controllo di qualità che certi fumetti in Giappone possono permettersi rispetto ad altri. Non è un caso se, tra i fumetti che sto traducendo, quelli coi testi più chiari e limpidi, e che quindi danno più soddisfazione, provengano tutti dalla rivista Shōnen Jump: oltre a OP, ci sono Toriko e Nisekoi. Prendiamo il caso di Toriko, che forse anche più di OP è l'epitome del tipico manga di botte... personalmente, difatti, come fumetto da leggere non credo lo apprezzerei mai. Eppure da tradurre è piacevole, proprio perché limpido nei dialoghi. Credo che si sottovaluti la capacità di scrivere dei dialoghi limpidi, e credo anche che molti non abbiano ben presente quanto invece una buona parte dei fumetti giapponesi siano scritti in maniera dozzinale e confusa, e quanto sia difficile, per un traduttore, affrontare fumetti scritti in maniera poco chiara; cosa che, purtroppo, succede più spesso di quanto si creda...



3) Tempo fa dichiarasti che, se possibile, avresti seguito la pubblicazione giapponese di "ONE PIECE" in modo da conoscere in anticipo gli eventi del manga, cosa che sicuramente è molto utile in fase di traduzione.
Ti è capitato di fare delle scelte in base alla tua conoscenza di fatti ancora inediti in Italia? Se sì, puoi farci degli esempi?


Sì, sicuramente sarebbe molto utile, ma purtroppo, per problemi di tempo, non ho ancora avuto modo di seguire in anticipo la pubblicazione giapponese di OP. Bisogna capire che, mentre non traduco il volume di OP, ci sono sempre altri titoli da tradurre, e le date di consegna a volte sono molto serrate.



4) Traducendo "ONE PIECE", ci sono state delle scelte di traduzione particolarmente difficili o che adesso cambieresti?

Più che scelte di traduzione difficili, ci sono state diverse scelte che, a posteriori, si sono rivelate poco felici, se non veri e proprî errori. Nessuno è infallibile, e di errori ed errorini è piena ogni traduzione. Me ne viene in mente uno recente che, se potessi, tornerei indietro a cambiare, ovvero, nella saga di Dressrosa, ormai conclusa, compare quello che in italiano è stato chiamato Colosseo delle Corride. Si tratta di un errore da parte mia, che ho scambiato un nome proprio per un nome comune. Il nome corretto, per quanto suoni strano in italiano, sarebbe "il Colosseo Corrida".


5) Nel tuo lavoro di traduttore, in particolare riguardo "ONE PIECE", quanto incide l'adattamento sulla versione finale del prodotto? Ti è capitato di dover modificare delle tue scelte o vederle "stravolte" in fase di adattamento?
Star Comics ha una politica particolare riguardo traduzioni e adattamenti?


Sempre per questioni di tempo non seguo così dappresso le uscite in italiano di OP. Da quel poco che ho visto l'attuale adattatrice di OP fa un lavoro che incide abbastanza sulla struttura dei dialoghi, per renderli meno "giapponesi" e più italiani: si tratta di un tipo di intervento che apprezzo, visto che giudico il cosiddetto "traduttese" una vera jattura da estirpare.
Per quanto riguarda Star Comics in generale, c'è una politica elastica che varia da fumetto a fumetto e che dipende da vari fattori, in primis dalle esigenze dell'editore giapponese. Ci sono editori giapponesi che, anche su impulso dello stesso autore, hanno particolari esigenze riguardo ad esempio agli adattamenti dei nomi, e da questo punto di vista non accettano di sentire ragioni da parte dell'editore italiano: l'adattamento si fa com'è stato deciso in Giappone, fosse pure un adattamento discutibile dal punto di vista italiano. Altri editori giapponesi, invece, fortunatamente lasciano la mano più libera all'editore italiano. Poi c'è da considerare che, spesso, tramite internet ormai certi adattamenti si sono imposti presso il pubblico ancor prima che il fumetto possa uscire in italiano, e questo va tenuto in conto...



6) Come ti poni nei confronti di parlate particolari di alcuni personaggi e riferimenti che tradotti letteralmente risulterebbero sconosciuti al lettore italiano medio?
In particolare, ci risulta che Duval e Bartolomeo utilizzino lo stesso dialetto giapponese; per Duval nella New Edition è stato adottato il dialetto romano, puoi spiegarci come mai con Bartolomeo non hai fatto una scelta analoga?


Scelte come quest'ultima non sono di mia pertinenza, bensì dell'attuale adattatrice di OP.
Io mi limito a segnalare laddove un personaggio abbia una particolare parlata, per poi lasciare come gestirla a chi si occupa dell'adattamento. Nel caso di Bartolomeo, come in altri casi analoghi (penso ad es. a un personaggio di Fairy Tail) l'attuale adattatrice di OP preferisce evitare l'uso del dialetto.



7) Nelle tue traduzioni di "ONE PIECE" inserisci a volte delle note, per spiegare i numerosissimi riferimenti culturali o giochi di parole di Oda. Ritieni il ricorrere a delle note una "sconfitta" del traduttore, oppure le consideri necessarie in certi contesti?

Parlando a titolo personale, sì, considero le note una "sconfitta" del traduttore. Il ragionamento è semplice: nel testo originale le note non esistono, dunque anche il testo tradotto, in linea teorica, dovrebbe essere privo di note.
Tuttavia, nel caso di OP vale il discorso fatto per la domanda precedente: non è di mia pertinenza valutare quando e se inserire delle note, bensì spetta a chi opera l'adattamento. Come con le particolari parlate dei personaggi, io mi limito a segnalare tutte le particolarità, i riferimenti culturali, i giochi di parole: sarà poi l'adattatrice a valutare se ricorrere a una nota a piè di pagina oppure no.



8) Hai ammesso di aver recuperato e letto tutti i volumi di "ONE PIECE", per avere una visione generale dell'opera. Cosa reputi ci sia di diverso in quelli tradotti da te?

Mi volete forse far parlare male dei colleghi? 
:P
Tornando seri... io ho letto i volumi di OP precedenti alla mia traduzione (quindi sino al numero 61) per avere, appunto, una visione generale dell'opera. Attenzione, però: li ho letti nell'edizione italiana, visto che questo è ciò che m'è stato fornito. Per fare un confronto con cognizione di causa dovrei aver letto anche i volumi originali, cosa che non ho avuto modo di fare.
Più che sulla traduzione posso dire di essermi fatto un'idea vaga sull'adattamento, che ho notato essere mutato molto col tempo, complice anche la lunga serializzazione dell'opera. Purtroppo sappiamo tutti che l'adattamento di OP, per i motivi appena detti, sconta molta incoerenze, anche solo nell'adesione più o meno stretta al testo originale. Bastino come esempî gli adattamenti dei nomi dei Frutti del Diavolo, quasi sempre adattati, tranne che, chissà perché, per quello di Barbabianca, che resta in giapponese ("gura gura"); oppure ai soprannomi dei personaggi, quasi sempre tradotti, tranne che nel caso degli ammiragli della Marina...



9) Puoi raccontarci come mai e quando hai iniziato a fare il lavoro di traduttore e quali sono le dinamiche di un lavoro di questo tipo (paga, come si viene assunti e così via)?

Riguardo alle tariffe, mi trincero immediatamente dietro il segreto professionale. :P
Per il resto, ho iniziato a tradurre fumetto giapponese per Flashbook Edizioni ormai tanto tempo fa. Erano stati direttamente loro a contattarmi, in seguito alla mia spedizione di un curriculum vitae: e qui sfato la leggenda che spedire il curriculum vitae non servirebbe a nulla. Invece può servire, anche se bisogna considerare che attualmente, essendo molta la gente che sa giapponese, l'offerta di lavoro è tanta e supera di certo la domanda. A Star Comics ci sono arrivato su "raccomandazione" di un collega che già lavorava per l'editore, e ci sono arrivato successivamente alla fuoriuscita dei Kappa Boys, quando Star aveva bisogno di nuovi collaboratori per i suoi fumetti.



10) In quanto professionista del settore, cosa pensi del mondo delle scan e del fansub?
Oltre al lato economico di chi lucra sulle scan, credi che svolgano davvero un ruolo importante di pubblicità dell'opera originale e di aiuto alle case editrici nella scelta di quali titoli acquistare?
E come traduttore credi che le traduzioni amatoriali non rendano merito alle opere originali?


È un Mondo che conosco molto poco: quello delle scan ancor meno di quello dei fansub. Questo perché se desidero leggere qualche fumetto inedito in Italia, cerco di farlo in lingua originale. Quindi non sono tra i consumatori di scan.
Non ho idea se scan e fansub danneggino o giovino al mercato ufficiale italiano di fumetto e animazione giapponesi. Sono domande a cui solo un analista di mercato potrebbe rispondere in maniera seria.
Per quanto riguarda l'ultima domanda, da quel poc(hissim)o che ho visto di scan, ho notato che si trovano lavori molto variabili come qualità: alcuni assai discutibili, ma altri che lasciano stupiti per la professionalità del risultato.
Voglio però approfittare di questo spazio per una piccola "lamentela" da parte mia. Le poche scan che ho avuto modo di leggere sono - e si capisce da varî piccoli particolari - quasi tutte passate dall'inglese. Non dico che rifarsi a una lingua di passaggio sia per forza un male, specie se si tratta di un lavoro amatoriale, però a me piacerebbe che la cosa fosse dichiarata, ovvero che all'inizio di ogni singolo capitolo rilasciato, oltre ai nick di chi ci ha lavorato, fosse esplicitamente detto che la traduzione non è fatta direttamente dal giapponese. Lo vedrei come un atto di onestà nei confronti del fruitore e anche di chi, invece, per passione o per lavoro, la traduzione la effettua dalla lingua di partenza; sappiamo tutti che è molto più facile tradurre dall'inglese, dove tutto un lavoro di adattamento in una lingua vicina alla nostra è già stato fatto, che non faticosamente decifrare il testo originale.



11) Come mai il nickname Yupa, se possiamo saperlo?

Questa è un'altra storia, e dovrà essere raccontata un'altra volta.



Ringraziando ancora Yupa, ci auguriamo di poterlo leggere ancora a lungo, sia tramite le pagine di OP che tramite gli interessantissimi approfondimenti sul suo lavoro. :)

5 Commenti Pirateschi:

Sanji Black Leg ha detto...

Veramente molto interessante XD
Ora però vorrei conoscere anche la famosa editrice :)

Per curiosità, i capitoli in scan di cui parla, sapete a quali team si riferisce? Io ne conosco personalmente un paio e non sono niente male(uno mi pare si chiamasse DFS :) )

Lui ha solo il blog, on ha una pagina o un profilo FB?

gilgaladviola91 ha detto...

Come potete leggere non ha fatto nomi e non ci sono dichiarazioni ufficiose non pubblicate. XD
Da quel che sappiamo scrive solo sul blog, oltre ad aggiornare sui suoi lavori tramite Twitter.

Parlando d'altro, leggendo vari commenti in giro ho visto qualche critica sul fatto che non legga OP (sia nella versione originale sia nella versione Star Comics).
Vorrei far notare che Yupa non traduce solo OP e sarebbe alquanto discutibile, professionalmente parlando, se seguisse assiduamente OP e non dedicasse lo stesso tempo a tutte le altre serie di cui si occupa.
Non si può sempre mettere al centro di tutto soltanto ciò che interessa a noi. :)

Sanji Black Leg ha detto...

io trovo sia normale, infatti non mi sono lamentato di ciò(e sono abbastanza critico e/o cacacazzo in genere XD)

chi è stato a strappargli l'intervista?
avete preparato le domande tra lo staff prima?

il suo(di yapa) profilo twitter qual'è?

intervistate l'editrice e scoprite se è gnocca soprattutto :)

gilgaladviola91 ha detto...

Sì, abbiamo deciso prima le domande tra lo Staff ed il Team e poi lo abbiamo contattato tramite Twitter per chiedergli se era disponibile.
Il suo profilo è questo, è linkato anche sul suo blog: https://twitter.com/yupa_

Sanji Black Leg ha detto...

grazie XD