martedì 4 agosto 2015

Intervista con Eiichiro Oda e Masashi Kishimoto [INTEGRALE]

martedì 4 agosto 2015
Salve ragazzi! :D
Tempo fa vi avevamo portato una succosa anticipazione e finalmente vi proponiamo in versione integrale l'intervista del secolo, Eiichiro Oda e Masashi Kishimoto insieme! *_*
Alla prima chiacchierata pubblicata in un volumetto speciale di NARUTO,  si è aggiunta un'altra doppia intervista più breve. Ve le riportiamo entrambe qui sotto tradotte by DFS; vi segnaliamo che sono presenti spoiler sul finale del manga di Kishimoto.

Intervistatore: Prima di tutto, grazie per il tuo duro lavoro negli ultimi 15 anni, Kishimoto-sensei.
Kishimoto: È stato un piacere. Ammetto di sentire un senso di liberazione ora che tutto è finito. Ma sono ancora molto impegnato con la NARUTO Ten [mostra giapponese dedicata al manga, come la precedente ONE PIECE Ten, ndt] ed un sacco di interviste. Per non parlare del film su cui sto lavorando. A dire il vero pensavo che avrei avuto molto più tempo libero! [ride]
Oda: L'ultima volta che ci siamo visti, appena dopo che avevi concluso l'ultimo capitolo di "NARUTO", non mi hai forse detto "Ora il cielo mi appare in maniera diversa"?
K: Già, ho detto proprio così. Mi sembrava più luminoso. Sai quando si dice "un bel cielo azzurro"? [ride]
O: Per me non è ancora arrivato il tempo. Il cielo mi sembra ancora parecchio nuvoloso. [ride]
K: Tutto è cambiato. Mi sembra che anche l'acqua abbia un sapore diverso ora. [ride]
L'altro giorno stavo lavorando allo script del film ed ho pensato "Ehi, forse posso lavorare anche fuori dal mio ufficio" e sono andato a fare una passeggiata. Ma non ho fatto molti progressi.

O: Già, all'esterno è più dura. Ogni tanto mi faccio una passeggiata, giusto per rilassarmi, ma non mi vengono mai buone idee quando sono all'aperto.
K: Quando esco, sembra che tutti i negozi cerchino di attirare la mia attenzione. Vedo l'insegna di un ristorante e penso "Mmh, perché non provare come si mangia?", immagino tu capisca cosa intendo. Oppure l'altro giorno, sono andato a vedere un film con i miei figli, è stato davvero divertente e all'uscita abbiamo preso da mangiare e ci siamo divertiti semplicemente stando a chiacchierare.
O: Bello, vorrei poter fare anch'io una cosa del genere. [ride] Ma quando stai lavorando ad una serie è difficile prendersi una pausa, dico bene? Cioè, più sto lontano dall'ufficio e più divento ansioso ed irrequieto.
K: Per me era esattamente la stessa cosa.

Intervistatore: Oda-sensei, cos'hai provato quando "NARUTO" si è concluso?
O: Mi sono sentito piuttosto triste, ho pensato "Quindi è davvero finito, eh?". Cioè, sapevo che si stava avvicinando alla conclusione, ma sotto sotto speravo che non accadesse.
K: Ho inviato un messaggio a Oda una volta concluso. Ci conoscevamo già, quindi non è stato molto difficile. Tuttavia non sono molto un tipo da cerimonie e circostanze. [ride]


Intervistatore: La cover di "ONE PIECE" uscita insieme all'ultimo capitolo di "NARUTO", nel Weekly Shōnen Jump 50, ha fatto molto parlare. Conteneva un sacco di riferimenti a personaggi e simboli di "NARUTO".
Oda: Il coordinatore dei vari media di "NARUTO" alla fine della serie era stato mio editor. Quindi l'ho contattato in privato e gli ho detto: "Voglio fare qualcosa di speciale per il finale di "NARUTO"". E mi sono venute in mente un sacco di idee con il suo aiuto.
K: Wow, sul serio? Non lo sapevo.
O: Alla fine non riusciva a decidersi per quale idea adottare. [ride] Quindi ho pensato semplicemente di mettere insieme alcuni riferimenti a "NARUTO" e quella cover è stato il risultato.
K: Fantastico. Deve aver richiesto un sacco di lavoro.
O: Già, volevo disegnare dei piatti che ricordassero Ichiraku [chiosco di ramen frequentato da Naruto] e ci ho inserito anche dei messaggi nascosti. Speravo che nessuno li notasse, in modo che rimanesse una cosa solo tra noi due. E invece se ne sono accorti tutti! [ride]
K: Be', tutti tranne me. Mio fratello [il mangaka Seishi Kishimoto] mi ha chiamato dicendomi: "Guarda il menù appeso al muro, c'è un messaggio nascosto." e solo allora l'ho notato! [ride]
O: In ogni caso speravo che fosse un po' più difficile da scovare. Ma vabbe'...

Intervistatore: Sembra che i lettori l'abbiano capito vedendo il kanji dell'insalata di rucola.
O: Ho provato a scervellarmi per trovare piatti adatti ad un ristorante come quello della serie, ma è stato molto difficile. [ride]
K: E quello di spalle che mangia della carne sarebbe Naruto, giusto? Mentre Rufy mangia del ramen.
O: Rufy che cede della carne è un evento raro. [ride]
K: In più, il titolo di quel capitolo di ONE PIECE [capitolo 766] è "Smile". Mi ha fatto venire un groppo in gola. Un sacco di persone hanno apprezzato quell'illustrazione, ma io ero davvero il più contento di tutti.
O: Non l'ho detto a nessuno, ma inizialmente avevo intenzione di usare la trama dell'intero capitolo, e non solo la cover, per mandarti un messaggio. Però il capitolo era in quel grande flashback su Corazón e Rufy non compariva per niente. Inizialmente avevo pensato di mettere dei riferimenti a "NARUTO" nei vari sfondi e di disegnare Rufy in modo da farlo assomigliare a Naruto. Sfortunatamente il flashback è finito solo quando "NARUTO" si era già concluso.
K: Wow. [ride] Ammetto che vedendo quella cover ho pensato che io avrei dovuto fare di più.

Intervistatore: Ma hai disegnato il simbolo della Ciurma di "Cappello di Paglia" sulla statua di Naruto Hokage nell'ultimo capitolo, no?
O: In realtà Kishimoto me ne aveva già parlato. Mi disse: "Farò disegnare al figlio di Naruto un po' di graffiti, credi che potrei usare il simbolo della Ciurma di "Cappello di Paglia"?" Ed ovviamente non avevo niente in contrario. Tuttavia temevo che i fans di "NARUTO" si sarebbero un po' arrabbiati, visto che si trattava dell'ultimo capitolo.
K: Dovrebbe essere andato tutto liscio. [ride] Immaginavo che la gente ne avrebbe parlato.
O: Comunque non potevo immaginare che l'avresti posto in una doppia pagina del genere. [ride] Un sacco di gente pensa che i mangaka non possano essere amici tra loro, perché sempre in competizione nella stessa rivista o altro. Ma non è affatto così, ci sono un sacco di esempi che lo smentiscono.
K: Esatto, in realtà siamo amici per la pelle! [ride]


Intervistatore: Quando vi siete incontrati per la prima volta?
K: Buona domanda... credo sia stato ad una Jump Festa, quando ero ancora un nuovo arrivato al Jump.
O: Oh, è stato allora?
K: Probabilmente sì [ride]. La prima impressione che ebbi nel vederti fu "Oh, il grande Oda-Sensei".
O: Ma dai, che dici! [sorride]
K: Ahahah. No, sul serio, già allora pensavo che Oda-san non fosse uno che poteva essere ignorato. Aveva una serie con già due anni di serializzazione e si era fatto un nome. Ecco perché al nostro primo incontro lo chiamai "Oda-Sensei"... e lui mi rispose "Non dirlo mai più!"
O: Ovvio. Siamo praticamente coetanei, che ragione dovresti avere per chiamarmi "Sensei"?
K: Sai, avresti dovuto fare il comico [ride].
O: Fin dal suo esordio ho pensato che ci fosse qualcosa di speciale nelle sue opere. Il suo disegno era eccellente e le sue storie erano armoniose come una composizione ikebana [arte giapponese della composizione floreale, ndt]
K: Ikebana, eh? [ride]
Oda: E perché indossi la divisa del Maestro delle Tartarughe [da "Dragon Ball", ndt]? Quando l'ho vista mi sono subito messo in posizione di guardia, pronto a combattere.
K: Oggi mi sento in vena di combattere [ride].
O: Come nei nostri manga, le cose si decideranno con un combattimento. Ma sono davvero contento di averti conosciuto; sei davvero una bella persona, non ha importanza chi vince e chi perde. E poi non sembri un tipo molto violento.
K: È perché riesco a comprendere la sofferenza del mio avversario.
O: Mi fa piacere sentirlo. In tempi di continui conflitti, sentir dire "riesco a comprendere" è la cosa più importante. E se sei tu a dirmelo, sono sicuro che quelle parole vengano dal cuore.
K: Perché riesco davvero a comprenderla [ride]. Ma in realtà credo di essere un tipo molto rilassato.
Oda-san punta sempre al massimo, ha scelto una strada impervia e piena di sacrifici. Io non potrei mai reggere una pressione del genere.

O: Sono davvero contento di aver potuto competere con "NARUTO". E ti sono grato di non avermi mai reso la vita facile. In effetti, ogni settimana guardavo la rivista e quando sentivo di non aver fatto il capitolo migliore era per colpa di "NARUTO" più che di ogni altra serie. Ti sono grato per avermi fatto provare quella frustrazione, che mi spingeva a fare sempre meglio. "NARUTO" è davvero unico.
K: Ho sempre guardato a "ONE PIECE" come una serie da ammirare e magari un giorno poter raggiungere. È sempre stato un pensiero fisso per me.

O: Be', il fatto che il Jump ospiti non uno solo, ma ben due battle manga fantastici è una prova del tuo grande lavoro.
K: Sicuramente. [ride]
O: Di solito quando ci sono due manga dello stesso genere competono per intrattenere lo stesso pubblico. Ma Kishimoto ha capito come non rendere "NARUTO" e "ONE PIECE" troppo simili. Prendi per esempio i colori: Rufy usa un sacco il rosso, quindi per Naruto ha scelto dei colori diversi. Non c'è quasi traccia di rosso in Naruto, dico bene? È stato attento a non farli rassomigliare.
Tuttavia, se Kishimoto avesse iniziato "NARUTO" due anni prima di me e avesse usato molto il rosso, credo che avrei usato lo stesso il rosso anch'io. [ride]
K: È qui che sta la differenza tra me e te. [ride] Ma sicuramente ho fatto di tutto per evitare di far somigliare troppo la mia serie a "ONE PIECE".
O: Sembra facile a dirsi, ma nella pratica risulta molto più difficile. Voglio dire, per me è stato piuttosto difficile mantenere "ONE PIECE" abbastanza diverso da "Dragon Ball".
K: Senz'altro.
O: "Dragon Ball" ha segnato molto tutti noi; credo che i fans lo ricordassero ancora bene cinque anni dopo la conclusine. Ed è sicuramente stato uno dei miei manga preferiti. Non avrei avuto speranze contro quella serie, per questo ho optato per qualcosa di diverso.
K: Ti capisco.
O: Ecco perché punto ad emozionare il lettore più con le scene di avventura che con quelle di combattimento. Ma credo che per Kishimoto sia stata anche più dura: doveva evitare sia "Dragon Ball" sia "ONE PIECE".
K: Ho fatto varie prove e tentativi ed anche tanti errori. Oda stava scrivendo la storia di una grande avventura, quindi dovevo mantenermi lontano da una cosa del genere. Ecco perché facevo tornare Naruto al Villaggio dopo ogni missione compiuta. Inoltre Rufy si fa un sacco di amici durante il suo viaggio, quindi ho pensato che Naruto dovesse avere buoni compagni fin dall'inizio. In quel modo speravo che i due manga sembrassero diversi fin dal principio.
O: Questo mi fa tornare in mente quella volta in cui fui io a dover evitare di assomigliare a "NARUTO". Il nome di Sanji doveva essere inizialmente "Naruto". Ma appena il tuo manga fece il suo esordio capii che sarebbe durato a lungo, quindi cambia il nome all'ultimo momento.
K: A che punto sorse il problema? Avevi già pensato alle sue fantastiche sopracciglia?
O: Certo. Sanji ha le sopracciglia a spirale, no? Ecco perché volevo chiamarlo "Naruto" [in giapponese è il nome di un motivo a spirale]. Aveva quell'aspetto fin dai primi schizzi del personaggio. Sono contento che "NARUTO" abbia esordito prima della comparsa di Sanji, altrimenti ti saresti trovato in una situazione imbarazzante.
K: Probabilmente sì.
O: Cos'avresti fatto se Sanji si fosse chiamato "Naruto"?
K: Probabilmente avrei scelto un altro nome.
O: Anche se si trattava del protagonista?
K: Lo avrei chiamato "Menma" o "Shinachiku" [nomi sempre collegati al ramen, come lo stesso "Naruto"]. [ride] Ma a quel punto avrei dovuto cambiare anche il simbolo.
O: "Shinachiku" sarebbe stato un po' difficile da pronunciare per i lettori stranieri. [ride]
Un'altra volta sono stato io a contattare Kishimoto prima di mostrare "Gigant Pistol", la tecnica in cui la mano di Rufy diventa enorme, no? Perché c'era una scena nella seconda parte di "NARUTO" in cui le mani di Choji diventavano davvero enormi...
K: Già.
O: È stata una vera sorpresa vederlo. Quindi quando ho introdotto la tecnica "Gigant Pistol" gli ho detto: "Ehi, mi sa che ti copierò un po' questa cosa, mi spiace".
K: Ma non c'era alcun problema. [ride]
O: Ma è stato tutto merito di Kishimoto se i nostri due manga hanno potuto convivere nella stessa rivista.
K: Be', quando tutti mi dicevano che "NARUTO" era come "ONE PIECE", sapevo di non avere nessuna speranza di vincere il confronto. Ma in effetti sentivo l'influenza di Oda al tempo.
O: Già, proprio così. [ride]
K: Una volta, non ricordo quando, ti chiesi qual era il tuo approccio nello scrivere un manga. Volevo sapere come la pensavi a riguardo.
O: Ti ricordi cosa risposi?
K: Non se lo ricorda. [ride] Mi dicesti: "Non c'entra niente il disegnare bene o male. Sta tutto nel vedere ogni cosa che fai come una sfida a te stesso. È così che ti dovresti approcciare." Mi impressionò molto.
O: È come quando sei con le spalle contro il muro, allora disegni davvero con il massimo trasporto emotivo.
K: Già, credo tu abbia ragione. È come se i dialoghi dei tuoi personaggi non suonassero bene finché non ci metti i tuoi sentimenti. Altrimenti non funziona.
O: Già, non trasmettono niente sennò. Devi pensarci profondamente e disegnare trasportato dalle emozioni.


Intervistatore: Parlando di personaggi, cosa ne pensa dello stile di disegno di Kishimoto-sensei?
O: Riesce a disegnare bene qualsiasi cosa voglia. Tra l’altro, ha molto rispetto per gli animatori, è per questo che le sue ombre sono così distinte.
K: Già, mi piace farli spiccare. Oda, invece, preferisce le scale di colore.
O: Preferisco dipingere tutto dentro. Ma il fisico di Rufy è un po’ diverso da quello della gente normale, quindi a volte non ho idea di come inserire le ombre. [ride]
K: Il senso della composizione e dello spazio di Oda è grandioso. Non importa quanti personaggi ci sono in una vignetta, fa funzionare tutto come un quadro. Hai la sensazione che ogni singola vignetta abbia un significato, e porti avanti la storia. E questo rende il tutto più divertente.
O: Kishimoto ama gli anime, è per questo che nel suo manga ci sono tutti questi effetti mai visti. Lo stile delle sue espressioni è incredibile. Ad esempio tutte le tecniche ninja che usano Naruto e gli altri personaggi, dev’essere una bella sfida illustrare tutto su così vasta scala, ma Kishimoto ha sempre nuove idee su come fare.
K: Mi piacciono molto gli effetti, per questo ne uso sempre di particolari. [ride]
O: Quello che mi ha sorpreso di più è stato quando uno dei tuoi cattivi si è reso invisibile ed è andato sottacqua. Si vedeva solo questa silhouette, e mi è sembrata veramente ben fatta. È una cosa che hai ideato tu?
K: Dev’essere stato nel “Kakashi Gaiden” [sei capitoli tra la prima e la seconda metà del manga, che raccontano la storia di come Kakashi abbia ottenuto lo Sharingan, ndt]. Non ricordo bene i dettagli.
O: Be’, l’ho usato come ispirazione per il mio personaggio invisibile. [ride]
K: Be’, hai occhio per queste cose. Comunque mi fa piacere sentirtelo dire.
O: Bisogna parlare anche dei tuoi colori. Scegli sempre i migliori. È una cosa a cui presti molta attenzione?
K: Be’, veramente, no. [ride]
O: Usi molti colori eleganti, attenuati.
K: Vero.
O: Anche a me sono sempre piaciuti quei colori. Ma visto che "ONE PIECE" ha un pubblico di ragazzi giovani, ho pensato che avrei dovuto sforzarmi a usare un sacco di colori primari. E ora, be’, mi sono affezionato a quei colori primari, ma il cambio è stato difficile. [ride]
K: Ora che ne parli, la tua gamma di colori balza fuori dalla pagina, vero?
O: Be’, è un’altra differenza tra "NARUTO" e "ONE PIECE" che ha giovato ad entrambi.
K: Il modo in cui usi i colori in "ONE PIECE" è così complicato, io non ci sarei mai riuscito. È la tua arma segreta, credo. Ho letto molti manga, e non ho mai visto nessuno usare i colori come te. Pensavo fosse semplicemente un tuo talento naturale, invece è un qualcosa su cui hai lavorato di proposito. È fenomenale.
O: Ho iniziato a disegnare un sacco di arcobaleni ora. [ride]

Intervistatore: C’è qualcosa su cui si è particolarmente impegnato nel lavorare a "NARUTO", Kishimoto-sensei?
K: Be’, gli effetti di cui abbiamo parlato prima sono un esempio, ma in "NARUTO" volevo che sembrasse che i piedi di tutti fossero ben piantati al suolo.
O: Può sembrare ovvio, ma è più difficile di come sembra. Bisogna sapere precisamente dove sia il baricentro del corpo, per esempio se uno solleva le spalle, che effetto ha questo sui fianchi, eccetera. Quel senso di equilibrio è cruciale. Per questo quando si guarda Naruto, anche solo da come sta in piedi, sembra ben saldo.
K: Anche tu sei molto bravo a farlo.
O: Tendo a modificare il terreno per accordarlo a come i personaggi sono posizionati. "ONE PIECE" ha moltissimi personaggi di diverse grandezze, e trovo molto difficile disegnarli come voglio se parto dal terreno.
K: Ho gli stessi problemi quando disegno quegli enormi Cercoteri. Devi portare il terreno da loro.
O: Sei un fan di Godzilla, immagino ti piaccia molto fare quei mostri enormi. [ride]
K: Moltissimo. Ma ogni volta che disegno un Cercoterio, perdo un sacco di tempo. Ci sono moltissime vignette da fare.
O: Già, quando disegni dal punto di vista di un personaggio grande, ci sono molti personaggi più piccoli nell’inquadratura, quindi c’è tanta roba da disegnare.
K: Non penso che qualcun altro sia dettagliato quanto te nelle vignette, però.
O: Non saprei. Ho sempre pensato che i tuoi Cloni d’Ombra fossero molto difficili da fare.
K: Erano abbastanza difficili. [ride]
O: È perché erano parecchio dettagliati. Voglio dire, mentre si sta disegnando qualcosa è sempre difficile, ma non c’è nulla di più soddisfacente di creare un disegno davvero efficace. Anche i lettori lo apprezzano. Non importa quanti giorni servano, mi interessa solo creare belle pagine.
K: Il problema è se si hanno forze a sufficienza. [ride] Ma vederti affrontare di petto il lavoro fa venire voglia anche a me di dare il meglio.
O: Ma, sai, sta diventando difficile mettere su degli show come la NARUTO Ten. Di questi tempi tutti si spostano verso le illustrazioni al computer, e molto presto non ci saranno più disegni originali da esibire. Potremmo essere l’ultima generazione in grado di fare uno show del genere.
K: L’ultima generazione, dice...
O: Praticamente siamo dei fossili.
K: Fossili viventi. [ride]
O: La mia tipica fortuna: devo entrare in questa nuova era già fossilizzato. [ride]

Intervistatore: Quali sono i suoi personaggi preferiti di "NARUTO", Oda-sensei?
O: Probabilmente Rock Lee e Gai Maito. Kishimoto è molto bravo con le scene d’azione stile kung fu.
K: Be’, sono cresciuto coi film di Jackie Chan, che posso farci?
O: Inoltre, dal punto di vista del design, Zabusa era molto fico. Credo che la popolarità di "NARUTO" sia molto aumentata attorno alla saga di Zabusa.
K: Quel periodo è stato molto duro. Avevo la febbre ogni settimana, ma dovevo continuare a disegnare. [ride]
O: È stato il tuo periodo più difficile mentre lavoravi a "NARUTO"?
K: No, quella è stata probabilmente la fine. L’ultimo capitolo era a colori, quindi ho dovuto iniziarlo molto presto. E visto che avevano già deciso in quale numero sarebbe apparso, ho dovuto adattare la storia per farla rientrare in quei parametri. Ma più mi avvicinavo al finale, più mi sembrava di non avere spazio per concludere tutto. Normalmente avrei potuto rimandare alcune cose al capitolo successivo, ma non era più possibile. Onestamente, ci sono stati dei momenti in cui credevo di essere fritto. [ride]
O: Non sembrava per niente affrettato, però. La struttura e le vignette sembravano avere parecchio margine. Ma sono sicuro che avevi già in mente tutto quello che avrebbe portato allo scontro finale tra Naruto e Sasuke. È stato difficile far arrivare la storia fin lì?
K: Sì, lo è stato. [ride]
O: Sarebbe bello per me concludere "ONE PIECE" in maniera carina e felice, ma arrivare fin lì sarà una battaglia senza esclusione di colpi. Ho tutte queste idee su come poterlo fare, ma hai ragione, è molto difficile. [ride]

Intervistatore: Qual è stata la parte più difficile per arrivare al finale di "NARUTO"?
K: È stato decidere esattamente come avrei rappresentato Sasuke. Fino ad allora, avevo fatto emergere molti dei sentimenti di Naruto, ma avevo totalmente nascosto quelli di Sasuke. Sapevo che alla fine avrei dovuto mostrarli, ma non ero sicuro di come arrivarci. Voglio dire, fin dall’inizio avevo deciso che il climax sarebbe stata una battaglia tra Naruto e Sasuke, quindi più o meno è venuto fuori come lo immaginavo. Ma ciò che è successo nel mezzo, non è andato proprio come pensavo.
O: Quando disegni qualcosa che avevi in mente dall’inizio, puoi stancartene molto in fretta. Quindi se ti viene in mente qualcosa di più interessante, dovresti esplorarlo davvero. Non utilizzare qualcosa che ti è venuto in mente, anche quello equivale a deludere il lettore.
K: Esatto. Quando ti viene l’ispirazione, coglierla è qualcosa che devi a te stesso.
O: E una volta presa quella strada, devi capire come proseguire la settimana dopo. Tipo “Oh, no, e adesso cosa faccio?”. [ride]
K: Cerchi di trovare una giustificazione. Qualcosa che lo mantenga coerente con ciò che è venuto prima. [ride] Per questo ritengo che i mangaka bravi nel trovare scuse realizzino le opere migliori.
O: Già, devi essere bravo a integrare tutto.

Intervistatore: Forse è un po’ presto, ma ha già delle idee sul suo prossimo lavoro, Kishimoto-sensei?
K: Be’, nulla di definitivo, ma mi piacerebbe provare con la fantascienza. Mi piacciono le nuvole, quindi magari qualcosa nel cielo. Quando a Oda è venuta in mente la saga di Skypiea, ero molto geloso.
O: Ne hai già parlato.
K: È stata stupenda da leggere. Volevo fare una storia come quella, ma "ONE PIECE" mi ha preceduto... vabbè. [ride]
O: Rieccoti, che cerchi di non competere con me. [ride] Be’, spero che almeno tu possa rilassarti per un po’.
K: Il fatto è che quando finisci una serie, vuoi subito iniziarne una nuova. Non riesco a non pensare che mentre mi rilasso, tu sei ancora lì a lavorare alle tavole.
O: Be’, sentiti libero di iniziare una nuova serie quando vuoi. [ride] Di solito dico ai miei amici autori che hanno appena finito un progetto di lunga durata di tornarmi a trovare presto, ma non ti farò pressioni. Quindici anni è un tempo lunghissimo per lavorare su qualsiasi cosa. Dovresti riposarti un po’.
K: Grazie mille!


Intervistatore: C'è qualche manga che vi ha influenzato particolarmente?
K: Devo dire che Toriyama-sensei ha avuto una grande influenza su di me. Parlo di "Dragon Ball", ovviamente, ma ho adorato allo stesso modo anche "Dr. Slump & Arale". Oltre a questi, mi ha affascinato anche "Akira" di Katsuhiro Otomo.
O: La prima volta che ho visto una tua opera ho pensato che dovesse molto allo stile di Otomo-sensei.
K: Oh, è così ovvio? [ride]
O: Come mangaka, è facile capire quale mangaka ha influenzato qualcuno, basta prestare attenzione al disegno o allo sviluppo della trama.
K: Nel mio caso, credo che la costruzione della trama sia stata considerevolmente influenzata da "Dragon Ball". Per esempio le scene tipiche dei manga Shōnen che ti esaltano durante la lettura. Oppure le parti in cui Goku cresce e diventa padre, le ho sempre apprezzate molto. Inoltre credo che il bilanciamento tra il bianco ed il nero nel disegno di Toriyama-sensei sia superbo; rende ogni scena facile da interpretare, e non usa neanche tanti retini. È uno stile molto fico.
O: E anche guardando ora un disegno di Toriyama-sensei, non sembra vecchio, perché aveva un senso del design fantastico. Era davvero straordinario.

Intervistatore: Ad eccezione di altri mangaka, c'è qualcuno che vi ha influenzato in maniera particolare?
K: Credo ci siano un sacco di animatori che mi hanno influenzato molto.
O: Quando io e Kishimoto ci incontriamo, mi parla sempre di animatori che non ho mai sentito e mi dice "questo animatore è fenomenale!". Non hai scelto tu stesso l'animatore per la serie animata di "NARUTO" quando era in fase di sviluppo?
K: È vero, l'ho fatto. [ride]
O: All'infuori di Kishimoto, che ha una grande conoscenza nel campo dell'animazione, nessun mangaka potrebbe fare una cosa del genere.
K: L'animatore da me scelto aveva già vinto dei premi all'estero, mi pare in Francia. A dire il vero, fin dai miei esordi come mangaka, pensavo a lui come animatore se mai una mia serie avesse ricevuto un adattamento televisivo. Ovviamente lo scelsi perché mi piaceva il suo stile, ma anche perché credevo che un artista già famoso all'estero avrebbe convinto molte più persone a leggere "NARUTO" fuori dal Giappone.
O: Quindi era già previsto che "NARUTO" sarebbe diventato un grandissimo successo internazionale.
K: Be', al tempo pensavo semplicemente che sarebbe stato bello se fosse stato conosciuto anche all'estero.
O: Se stessimo parlando di quello che sei oggi non sarebbe strano, ma è sorprendente una cosa del genere per un mangaka esordiente al secondo o terzo anno di serializzazione. Di solito uno non farebbe tanta attenzione alla trasposizione in anime.

Intervistatore: È fantastico che lei sia riuscito a realizzare il suo sogno. E invece quali sono le persone che hanno maggiormente influenzato lei, Oda-sensei?
O: Così di primo acchito direi un animatore che è anche un mangaka, Hayao Miyazaki.
K: Ma tu sei completamente originale, non mi pare ci sia qualcuno che ti ha influenzato davvero tanto.
O: Probabilmente perché ero un ragazzino come tanti che leggeva un sacco di manga diversi. Ora che ci penso, credo sia stato un bene. E poi sono stato fortunato come tutti quelli della mia generazione: ho potuto leggere il Jump quando era nella sua Golden Era.
K: Esattamente! Eravamo proprio nel mezzo della Golden Era. Compravamo il Jump ogni settimana, seguivano le storie capitolo per capitolo e pensavamo "Ecco come si costruisce una storia interessate!" oppure "Ecco come si fa un grande colpo di scena!" e così via. Questa cosa ci ha formati. La lettura a volumi è qualcosa di completamente diverso.
O: Tutti quelli della nostra generazione sono fieri di aver goduto degli anni migliori del Jump, dico bene? [ride]

Intervistatore: Kishimoto-sensei, ci potrebbe dire quale personaggio di "ONE PIECE" le piace di più? E quale storia?
K: Giuro che non lo dico solo perché Oda è qui presente, ma mi piace tutto! [ride] Tuttavia devo dire che mi piace molto Bellamy, sia il suo potere Spring Spring sia la sua personalità. E poi non posso non citare la storia di Chopper! Scene come il suo primo incontro con Hillk, o la neve dei fiori di ciliegio di quando lascia l'isola, ti arrivano al cuore!
O: Sono felice di sentirtelo dire.
K: Anche se il personaggio mi piace, devo dire che è anche spaventoso! Voglio dire, da un certo punto di vista non ha ben più potere di Rufy? Dovrebbe essere lui il Capitano! [ride]

Intervistatore: Crede che Chopper dovrebbe essere il Capitano? [ride] E cosa glielo fa pensare?
K: Mmh, non saprei come spiegarlo. Rufy è il protagonista ed è amato da tutti, ma Chopper ha qualcosa in più. È un personaggio con una combinazione perfetta di aspetto, carattere e ruolo in Ciurma. Voglio dire: Chopper è carino, ma è anche un mostro!
O: Chopper in realtà ha un sacco di piani segreti e cattivissimi. Ehi, aspetta, ma cosa mi fai dire?! [ride] Chopper è un personaggio che nasce dalla disperazione. Inizialmente avevo pensato per il suo aspetto a quello di una renna alta ed allampanata che cammina su due gambe, ma Rufy, Zoro e Sanji erano troppo popolari e non riuscivo a trovare una dimensione adatta per Chopper. Ho pensato che un design del genere lo avrebbe messo in secondo piano rispetto agli altri, quindi l'ho reso basso.

K: Ed è così che è nato quel personaggio. Sul serio, però, sono gelosissimo di Chopper!
O: Lo dici sempre. [ride]
K: In realtà, avrei sempre voluto avere un personaggio mascotte, quindi una volta ne ho creato uno: era un girino rosa. L’ho perfino disegnato un po’ a caso nei volumi del manga e nelle copertine del Jump... ma non ha attirato l’attenzione del pubblico.
O: [ride] Ma durante la serializzazione accadono un sacco di cose non previste, vero? Per quel che mi riguarda, Chopper ne è un esempio.

Intervistatore: Quindi capita spesso che la storia prosegua in maniera diversa da come avevate originariamente pianificato?
O: Be’, sì, certo. Prendiamo la trama, ad esempio; è un qualcosa che hai pensato quando eri ancora un principiante sui vent’anni, quindi ovviamente oggi sapresti fare di meglio.
K: Sì, esattamente.
O: Pensi cose tipo “non posso farmi battere dal me stesso giovane!” [ride]
K: Perché hai più esperienza.

Intervistatore: Già che ci siamo, c’è qualcosa che trovate particolarmente difficile da disegnare?
K: Direi che non sono un granché nel disegnare le donne. Ma tu disegni tutto, vero?
O: Tutto.
K: Be’, anch’o, non dico sia difficile, ma probabilmente non sono bravissimo a disegnare quando sono sotto pressione e c’è poco tempo a disposizione. Dato che non lo “sento”, ci vuole un sacco anche solo a pensare a cosa disegnare.
O: Già, vuoi solo disegnare ciò che hai voglia di disegnare, vero?
K: Disegni perché ti piace farlo.
O: Esatto, la gente che pensa che disegniamo perché è il nostro lavoro si sbaglia di grosso! [ride] In realtà, non è che un’estensione del nostro hobby. Non ci va proprio di disegnare cose che non vogliamo disegnare o non ci interessano! [ride]

Intervistatore: E la nuova serie di Kishimoto-sensei inizierà finalmente nel numero del 27 aprile del Weekly Shōnen Jump.O: Per quante settimane la disegnerai?
K: Mmmh, chi lo sa...
O: Sicuro che non stai sottostimando il lavoro?
K: Cosa? No, ovvio che no. [ride]
O: Be’, non intendo quello, ma sei sicuro che tu e le persone che lavorano con te non stiate sottostimandolo perché pensate tutti che “[Dopo quindici anni di serializzazione] una serie breve è una passeggiata.”?
K: Non lo so.
O: È molto diverso dal dover disegnare tutte le settimane come me.
K: È vero, è passato qualche tempo da quando ho finito la serializzazione settimanale, quindi è possibile che i miei sensi si siano addormentati un pochino.
O: Inoltre, la trama principale di "NARUTO" è finita, questa è una nuova serie. Tutti si aspettano molto da te, quindi non puoi raffazzonare nulla.
K: Sì, hai ragione.
O: Credo che all’inizio sentirai un bel contraccolpo per il fatto che ti sei riposato.
K: Perché, in qualità di mangaka, è dura tornare al ritmo di prima, anche se ti riposi solo un giorno.
O: Come quando fai pausa il primo dell’anno e subito diventi un po’ più lento.
K: So esattamente di cosa parli. [ride] Senti che non riesci a disegnare molto bene, e aumentano le volte in cui devi usare la gomma per cancellare.
O: Quando gli schizzi che prima facevi al volo non vengono fuori come volevi e non capisci il perché. È strano, ma più sei pieno di lavoro, più migliori. [ride] Gli umani sono al loro meglio quando sono completamente immersi in qualcosa.

Intervistatore: Durante la serializzazione, quand’è stata la volta in cui avete avuto più problemi?
K: Oh, decisamente quando ho avuto l’ernia del disco.
O: Oh, stavi veramente male, è stata dura allora, eh? [ride]
K: È successo quando stavo disegnando lo scontro con Kakuzu, all’epoca neppure i miei polmoni erano molto in forma. Ogni volta che mi stancavo, rantolavo come se avessi avuto la polmonite. Quando tossivo, mi faceva male la zona lombare. È stata dura. Alla fine dovettero pubblicare sul Jump la versione a matita del capitolo. Oltre a questo, sono anche caduto dalle scale, e altre cose così.
O: Aspetta, davvero?
K: Sì, circa tre anni fa? Quando sono andato alle terme con la famiglia, non ho fatto attenzione e sono caduto dalla cima di una scalinata in pietra.
O: È pericoloso!

Intervistatore: È successo perché stava pensando alla storia?
K: No, ero solo stanco.
O: Non penseresti alla storia scendendo le scale. [ride]
K: Non mi sono fatto molto male, ma mentre cadevo pensavo di morire. [ride]
O: Se fossi morto allora saresti diventato una leggenda, senza dubbio.
K: Ma io non voglio diventare una leggenda. [ride]
O: Già, nemmeno io; non mi interessa diventare una leggenda! Probabilmente penseresti “Se muoio così, diventerò una leggenda, ma che significato avrà avuto la mia vita?” nel momento in cui muori. Non mi piacerebbe ricevere elogi postumi.
K: Come Van Gogh, che è stato apprezzato solo dalle generazioni successive. Voglio che la gente apprezzi il mio lavoro adesso, che sono ancora vivo. [ride]

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